Attraverso le immagini
 

Attraverso le immagini

febbraio 2016
 

squares

neo~local design

 

Come raccontare la Sardegna attraverso le immagini, provando a restituirne il significato, l’identità, la grande qualità ai visitatori di Expo: questo uno dei temi chiave dell’intero progetto.

 
 

La selezione iconografica (con fotografie d’archivio di Pierluigi Dessì, Elisabetta Messina, Antonio Saba, Egidio Trainito e molti altri) aveva infatti almeno due compiti fondamentali: supportare, contrappuntare, e in qualche misura riempire di contenuti percepibili, l’ossatura definita dal progetto di immagine coordinata; esprimendo – nel contesto di un evento dalla forte caratterizzazione internazionale – un’immagine dell’isola coerente con i grandi temi elaborati dal nostro committente per presentare la Sardegna.

Il tema dell’immagine coordinata del progetto Expo unifica la tradizione artigianale della tessitura con la moderna iconografia digitale, rivisitando un percorso in cui trovano posto sia il telaio Jacquard che la tabulatrice di Hollerith. I ‘pibiones’ (letteralmente ‘acini d’uva’), elementi del disegno della trama del tappeto sardo tradizionale, trovano il loro corrispondente digitale nei ‘picture elements’, i pixel. Questo stesso parallelismo emerge in modo ricorrente nell’intero progetto di identità. I due brevi film antologici bianco e nero, si collocano agli estremi dei due mondi, reale e virtuale, concreto e astratto, il primo con fotografie dei luoghi e delle cose, il secondo con una loro forte reinterpretazione grafica. Sul piano della costruzione compositiva e del montaggio, gli stessi film si giovano degli elementi geometrici come stratagemma narrativo, per costruire giustapposizioni di immagini fra affini (pecora, latte, formaggio – nella sezione dedicata al food) o metafore evocative (vecchi centenari, alberi centenari, ramificazione del DNA – nella sezione dedicata al tema della longevità).

Su uno stesso principio di giustapposizione si basano i montaggi iconografici negli allestimenti del Padiglione della Sardegna. L’atrio di ingresso, cui compito era accogliere i visitatori della Padiglione, sottolineava il gesto simbolico dell’attraversamento del mare con l’immersione in una cascata d’acqua, suggerita da una scultura mobile, costituita da riquadri colorati e fotografici, di frammenti di immagini dei mari della Sardegna.

Le tre librerie collocate nella sala principale, la cosiddetta Wunderkammer, in cui grandi sezioni a giorno incastonavano frammenti di fotografie di animali, di oggetti d’artigianato, di paesaggi, di prodotti agroalimentari.
E, ancora nella ‘galleria esperienziale’, dove una struttura geometrica di grandi cornici appese accoglieva una selezione di texture di materiali naturali, a cura di Daniela Ducato, amalgamati con essenze coloranti, o odorose, o dalle finiture interessanti al tatto.
Questo principio generale è confermato dall’impianto di artefatti multimediali parte dell’allestimento, che confermano un’immagine della Sardegna fatta dalle tante tessere di un mosaico che ogni visitatore ha potuto dunque rimontare mentalmente.

 

Attilio Baghino

Art director

 

Grafico e interaction designer. Collabora, in Italia e all’estero, con software house, case editrici e agenzie pubblicitarie per cui progetta tra l’altro oggetti editoriali su carta, enhanced e-books e web. Ha lavorato per: Alkemy Lab, AREL, CONAD, Einaudi, Flying Publisher, Franco Angeli, Hoffmann – Roche, Ilisso, Il Mulino, ISRE, Istituto Europeo di Design, IULM, Mondadori, Olivetti, Price Waterhouse Coopers, Regione Sardegna, Sardegna Ricerche, Spaziomusica, Steinhäuser Verlag, Università di Cagliari, Università di Roma Tre, Università di Sassari.
È laureato in Scienze della Comunicazione e fa parte del laboratorio animazionedesign del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università di Sassari (Alghero).

 
Baghino