Dvelas “reusail” project: nuove rotte verso un riutilizzo fruttuoso
 

Dvelas “reusail” project: nuove rotte verso un riutilizzo fruttuoso

aprile 2017
 

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neo~local design

 

Il materiale di cui sono fatte le vele per le barche ispira un’azienda spagnola che ne propone il riuso per la realizzazione di arredi. Attraverso un design intelligente, e dal “sapore” di mare.

 
 

Al termine del loro uso nella navigazione, le vele dei natanti sono un rifiuto da gestire. Oppure una riserva di materiale tessile di alta qualità, ancora perfettamente resistente e adatto a essere impiegato in esterni.

Operazione di design è, certamente, quella che coglie la sfida di impiegare le potenzialità di questa risorsa, nelle maniere più adatte. Quella che innanzi tutto sa riconoscerla come tale, e farne il perno di un'idea imprenditoriale. Nasce così una collezione di prodotti d’arredo realizzati in piccola serie, attraverso un processo accurato di selezione e ritaglio delle vele usate, che ne conservi i tratti peculiari come valore aggiunto, lasciandone riconoscibili la provenienza e l’uso iniziale.  

Le fasi finali della costruzione della poltrona Trimmer: la tela della seduta viene fissata e tesa sul telaio metallico.

Nei progetti di Enrique Kahle e degli altri designer coinvolti dall’azienda spagnola Dvelas, la materia riutilizzata è interrogata con intelligenza, prestando ascolto ai modi di uso che la caratterizzavano in origine, e agli echi che implicitamente contiene. Come nel caso della poltrona Trimmer, il cui sviluppo viene teso sulla struttura tubolare, attraverso cavetterie e dettagli derivati anch’essi dalla nautica delle imbarcazioni da diporto. O come nella apparentemente semplice sedia a sdraio Fortuna, portatile all’estremo, dove il compensato marino fresato consente di dispiegare la seduta-tappeto, oppure di riporla arrotolandola come involto.

La poltrona Trimmer, progettata da Enrique Kahle.
La sdraio “tascabile” Fortuna.

Più di recente, la collezione si espande con attenzione al riuso di dettagli – moschettoni, giunti ecc. – e di logiche che derivano dai loro impieghi iniziali in paranchi, sartie, cavi tesi. Resta chiara l’idea guida, la passione per quegli oggetti ritrovati che non li destina all’annullamento del riciclo, ma che li salva valorizzandoli come materiali già ricchi di senso, già carichi di usi e di intuizioni possibili.

Una carta d’identità della vela: ogni seduta riporta il dati d’origine della tela. In qualche modo, ne custodisce la storia.

 

 

Marco Sironi

Designer e ricercatore DADU

 

(Graphic) designer e ricercatore attento al tema del luogo e dell’abitare, ha una formazione che mette insieme le competenze progettuali e la pratica delle letterature. Ha insegnato a Milano basic design per la grafica e visual identity; collabora con il nostro Dipartimento (dove insegna Comunicazione visiva e Design del prodotto) dall’inizio dell’avventura di Design ad Alghero.

 
Sironi