Il design esplora il sughero sardo
 

Il design esplora il sughero sardo

giugno 2015
 

squares

neo~local design

 

Naturale, rinnovabile, sostenibile: il sughero è la corteccia di una varietà di querce che crescono in zone del Mediterraneo, dove è spesso di importanza centrale per l'economia locale.

 
 

Gli ambienti dove cresce la quercia da sughero (Quercus suber) sono tra quelli più ricchi di biodiversità. La corteccia viene estratta ciclicamente: si rigenera, e offre un materiale rinnovabile e sostenibile, utilizzato soprattutto per la produzione dei tappi da vino. La domanda di sughero naturale è ancora abbastanza consistente, ma si stanno affermando alternative sintetiche e più economiche rispetto alla produzione tradizionale.

Lavorando in Sardegna con i produttori e gli artigiani locali, Mark Anderson ha progettato una collezione di oggetti che esplorano nuovi usi del sughero conglomerato. Si tratta di un sottoprodotto del processo di lavorazione del sughero naturale, ricavato dall'incollaggio di trucioli macinati, che è prodotto in fogli, in blocchi o per stampaggio. 

Sfridi della lavorazione dei tappi da vino, base per il conglomerato che è oggetto di questo percorso progettuale.

Anderson ha utilizzato blocchi e fogli standard, come punto di partenza per la sperimentazione progettuale, affiancando a questi anche sfridi di altri processi produttivi. 

Un ampio vassoio ricavato da blocchi di conglomerato attraverso lavorazioni CNC, presso il laboratorio di un artigiano locale.

“Il sughero conglomerato è un materiale davvero particolare. Mi piace molto il suo aspetto grezzo, naturale, che si mantiene anche nel prodotto finito. I piccoli frammenti compressi non sono soltanto parte della qualità visiva, ma anche una caratteristica tecnica che va tenuta presente nel corso del progetto e della lavorazione. In un certo modo, questo materiale offre poca resistenza dal punto di vista progettuale. È come un blocco di legno solido, che però non possiede venature né forme intrinseche – e così offre poca resistenza e suggestioni in termini di forma. Consente un'incredibile libertà formale, che occorre bilanciare con le proprietà meccaniche del materiale”.

 

 

 

Mark Anderson

Designer, Docente DADU

 

Designer americano, Mark si è trasferito a Milano può di vent’anni fa e da allora è stato impegnato professionalmente nella progettazione di interni, di mobili, di architettura. Mark espone regolarmente i suoi progetti al Salone del Mobile di Milano. Collabora da molti anni con il nostro Dipartimento, ha una grande esperienza nella didattica del design.

 
Anderson